Frutti antichi – Consegna 1 Luglio
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Nella busta di domani…frutti antichi!
Sono quei frutti che mano a mano, nei decenni, sono andati in disuso per il cambiare del nostro gusto…un cambiamento di cui non si trova nè capo nè coda…il produttore che cercava di proporre nel mercato qualcosa di più dolce…di più succoso…di più confortevole al palato di chi comprava…e il consumtore che si beava nel cercare, e trovare, quelle caratteristiche che il produttore gli solleticava ad arte…in un piano inclinato in cui le vittime erano gli stessi attori: il contadino…che vedeva limitare la propria offerta a poche cultivar accettate…il consumatore che vedeva assottigliarsi le proprie scelte…la bioricchezza…sacrificata in nome della vendita…il gusto…e il libero arbitrio…che pur sentendosi ancora liberi…si muovono sempre di più nell’alveolo del gusto preconfezionato…del normogusto…dello standard…ecco…lo standard…che mette la pietra tombale a qualsiasi velleità creativa. Ora…mi fa molto ridere il ritorno ai frutti antichi…spinti…finanziati…di gran moda! Poi mangi uno di quei frutti…e…chissà se sei pronto! Chissà se si capisce che essere pronti significa proprio accettare un gusto fuori dallo standard…che deluda o meno come gradevolezza…quel sapore diverso ti ha già arricchito. Io, in realtà, non ne sapevo niente quando sono arrivato qui…e mi ritrovai, tra le altre cose, questo pruno che faceva queste prugne a forma di pere…le cosce di monaca! Era il gusto che cercavo dall’infanzia…da quando nella classica settimana ad isernia (chi è che non ha mai fatto la classica settimana ad isernia!?) mi imbattevo in certe prugnette piccole ed ovali…dalla polpa soda…e dal gusto…eccezionale! I primi anni ho lavorato molto a recuperare tutti gli alberelli che nascono attorno a quello grande…e adesso che il patriarca…o forse la matriarca…o forse l’albero non binario…ci ha lasciati…sparso qua e là per il campo si vede l’eredità della sua presenza…come una biblioteca arborea che ci tramanda uno scritto antico…